Linda e Sandrino: dal Missione CRA a colleghi CRA - Missione CRA - Corso in Ricerca Clinica
Linda e Sandrino: dal Missione CRA a colleghi CRA

Linda e Sandrino: dal Missione CRA a colleghi CRA

In questo articolo ho voluto riportarvi la testimonianza molto interessante di Linda e Sandrino, due brillanti corsisti del Missione CRA nel 2016, rispettivamente Linda nell’edizione Extended di Milano e Sandrino nell’edizione Summer Camp in Puglia. Ho avuto modo di incontrarli a Milano durante la trentacinquesima edizione del corso, e ho potuto fare loro delle domande che potranno aiutarti a capire come muoverti in questo settore, con la speranza che possa succedere anche a te dopo aver seguito il Missione CRA!

Linda e Sandrino hanno lavorato nella stessa TOP CRO internazionale e adesso sono rispettivamente CRA e Medical Science Liaison.

Vedi qui la diretta facebook oppure leggi l’articolo in basso:

Sandrino e Linda: dal Missione CRA a CRA!

Pubblicato da Missione CRA su Sabato 17 febbraio 2018

Com’è andata dopo il corso?

Sandrino: Io non conoscevo il settore della ricerca clinica, infatti ho frequentato il Missione CRA con l’idea di capirne qualcosa in più. Dopo il corso sono rientrato a casa con l’intento di perseguire il mio obiettivo di trovare lavoro in ricerca clinica. Ho impiegato 10 giorni per sistemare il curriculum e scegliere accuratamente le aziende in cui volevo lavorare. Avevo inoltre capito cosa volevo fare nella vita, ovvero il CRA. Ho inviato 3 candidature e sono stato richiamato immediatamente dalla prima azienda contattata. Mi hanno prima fatto un colloquio telefonico con le Risorse Umane dell’azienda, e dopo sono stato convocato a Milano per un secondo colloquio. L’esaminatore mi disse che cercavano qualcuno con più esperienza. Dopo due settimane mi hanno richiamato per chiedermi se ero ancora interessato alla proposta, e da lì sono stato assunto e ho iniziato la mia carriera da CRA. Lavoro ancora nella stessa azienda e adesso sono CRA II.

Invece a te Linda cosa è successo?

Linda: Anche io non conoscevo questo settore lavorativo. Mi sono laureata in Biotecnologie alla triennale, e alla magistrale in Biologia. L’unica certezza era che sapevo di non voler seguire un dottorato. Quando sono venuta a conoscenza del corso Missione CRA ho deciso di seguirlo, e mi ha molto appassionata. Dopo il corso ho riletto l’ebook “Diventare CRA” per capire cosa mi mancava per raggiungere il mio obiettivo.

Sapendo che le CRO effettuano il primo colloquio telefonico in inglese, e non sentendomi pronta a gestire una telefonata di questo tipo, ho seguito un corso intensivo di inglese. Nel frattempo frequentavo anche i seminari e i convegni in ricerca clinica e continuavo a sistemare il mio curriculum. Per ogni candidatura inviavo sempre un curriculum customizzato per l’azienda e per il ruolo specifico. Ho anche ampliato il mio network di Linkedin, inviando sempre una richiesta di contatto personalizzata e mostrando il mio interesse. E proprio grazie a Linkedin ho trovato lavoro! Un amico mi suggerì di dare un’occhiata ad AICRO (Associazione Italiana Contract Research Organization), e così ho controllato quali CRO affiliate erano presenti a Milano e ho contattato i referenti delle varie aziende. Proprio così sono venuta a sapere che nella CRO per la quale lavoro adesso si era liberata una posizione da Senior Intern, una figura d’ufficio che fungeva da aiuto ai CRA e ai CTA. Per me è stata un’ottima esperienza per iniziare, perché mi ha permesso di conoscere l’azienda, partecipare ai meeting, capire il flusso dei processi e le tempistiche degli studi clinici. Dovevo fare un anno come Senior Intern, ma a dicembre mi hanno anticipato la promozione a CRA. Ho iniziato il training, che nella nostra azienda dura dai 6 ai 12 mesi, e prevede diverse lezioni in aula virtuale, simulazioni con i documenti e delle visite di monitoraggio. In questo modo sto imparando anche come gestire il rapporto con i medici coinvolti nello studio. Ho anche iniziato le visite in accompagnamento, e prima di ogni studio seguo il training sul protocollo e sulla patologia in esame.

Durante la prima visita in accompagnamento ho avuto un forte impatto visto che era la mia prima esperienza in un centro sperimentale. Ho capito che è importante controllare che tutto sia corretto e al posto giusto, verificare che siano rispettati i criteri di inclusione/esclusione, verificare che i dosaggi del farmaco siano corretti. Tutto questo deve avvenire entro un certo tempo perché nel tardo pomeriggio bisogna prendere il treno per rientrare.

Sappi che Linda è stata la speaker del podcast Pharmapills, nel quale diamo tutte le ultime notizie nel settore farmaceutico. Ascoltalo su Spreaker e segui la nostra pagina Facebook!

Sandrino, com’è andata la tua prima visita?

Sandrino: È stata una Pre-Study Visit, chiamata anche Site Qualification Visit, e devo ammettere che solo dopo 4 mesi ho capito cosa dovevo realmente fare. Per questo lavoro non esiste un pacchetto precostituito, si impara ogni giorno e bisogna essere pronti ad ogni evenienza.

La prima volta è sempre difficile e i medici si aspettano delle risposte da te, dal momento che il CRA è il tramite dello sponsor o della CRO. Per questo ricordo la mia prima visita con terrore ma allo stesso tempo ne ho un ottimo ricordo, perché so che da allora sono cresciuto tanto.

Quante visite hai svolto in tutto finora?

Sandrino: Credo circa 70, con una media di 6-7 al mese.

Quanti studi segui?

Sandrino: Adesso sono 13, di cui 4 sono soltanto Qualification Visit. Io mi occupo di selezionare i centri e poi questi vengono riassegnati ad altri CRA.

Che tipo di domande ti hanno fatto durante il colloquio telefonico e quello a Milano?

Sandrino: Il colloquio telefonico ha la funzione di testare il livello di conoscenza di inglese, infatti ricordo che mi fecero domande riguardanti la politica europea. Poi mi chiese anche quali erano le mie esperienze precedenti e perché volevo fare questo lavoro. Mi hanno anche chiesto se vivevo a Milano e se ero in grado di spostarmi con una certa frequenza.

Mi chiesero anche quanto io mi aspettassi di guadagnare. Per questo può essere utile chiedere a qualcuno che già lavora in questo settore quanto guadagna all’anno.

Quali sono secondo te tre qualità del CRA?

Sandrino: In primis l’essere sempre pronto ma non avventato, dimostrarsi “sul pezzo” ma senza dare risposte non ragionate.

Conta tantissimo anche l’entusiasmo, anche nell’avere la valigia sempre pronta per viaggiare, perché richiede sacrifici.

Un’altra caratteristica è quella di saper interagire con tante persone diverse, dal professore,  all’infermiere, al collega CRA. È importante essere gentile con tutti, anche nella giornata peggiore, ma sarà sempre apprezzato dall’interlocutore. La chiave è far vedere agli altri che piace il proprio lavoro, non per arrivare a fine mese, ma perché veramente si ha la passione.

Linda, a cosa ti è servito seguire il Missione CRA?

Linda: Mi è servito a conoscere un mondo nuovo e capire quali sono i passi da compiere per lavorare su sé stessi e raggiungere il proprio obiettivo. Durante il colloquio mi sono accorta che il recruiter ha apprezzato molto un piccolo paragrafo che ho inserito nel curriculum, un riepilogo in cui ho indicato in poche righe chi sono, quali sono le mie qualità e perché volevo lavorare in quell’azienda.

È importante essere sinceri su quello che si dice al recruiter. In questo lavoro è importante essere precisi e organizzati, per cui se una persona non rispecchia questi requisiti avrà difficoltà a svolgere questo lavoro. Allo stesso tempo bisogna anche essere flessibili, soprattutto nel rapporto con i medici. Poi è importante anche essere preparati e essere pronti a studiare ancora, per essere esperti dello studio clinico.

Durante il Missione CRA ho anche imparato diversi acronimi, alcune normative e mi è stato utile per avere una prima infarinatura e sentirmi meno spaesata appena entrata in azienda.

Sandrino, so che tu prima di partecipare al Missione CRA avevi tentato di entrare al Master in Ricerca Clinica dell’Università di Milano-Bicocca e non sei stato selezionato. Cosa pensi che non hanno visto in te, e cosa invece hanno apprezzato i selezionatori della CRO per la quale lavori ora?

Sandrino: Ricordo che durante il colloquio mi vennero poste domande mirate, in primis mi venne chiesto perché volevo fare il CRA, e io risposi che mi piaceva viaggiare. Non riuscii a trasmettere la piena motivazione e convinzione ai selezionatori, nonostante le prove scritte fossero andate bene. Dopo il Missione CRA, invece, ho acquisito più consapevolezza e ho realizzato che volevo davvero fare il CRA. È importante avere la motivazione e riuscire a trasmetterla al selezionatore.

Ti è servita la lezione su come gestire il colloquio e la comunicazione?

Sandrino: Mi è servita a saper pesare le risposte. Ricordo che durante quella lezione la trainer iniziava il colloquio in italiano e ogni tanto faceva qualche domanda in inglese. L’esercizio serviva ad imparare a saper gestire la comunicazione e la rapidità nel pensare un concetto ed esprimerlo correttamente.

In un’altra parte della lezione lei ci chiese quali erano i nostri pregi e i nostri difetti. Lì imparai che tutte le risposte date durante il colloquio devono essere finalizzate a convincere il selezionatore, senza darsi la zappa sui piedi. Quella lezione mi fece capire come affrontare il colloquio e come rendermi appetibile agli occhi del selezionatore.

Com’è stata la telefonata in inglese? Cosa viene chiesto?

Linda: Innanzitutto ci siamo messi d’accordo per email, mi hanno chiesto di comunicare tre date e tre orari comodi. Poi mi sono preparata a rispondere alle classiche domande, preparando esempi pratici relativi alle mie caratteristiche e alle mie esperienze precedenti. Ho anche studiato il sito dell’azienda, i suoi vari dipartimenti, e questo è stato tanto apprezzato dal selezionatore. Consiglio di utilizzare gli auricolari, in modo da sentire meglio e avere le mani libere per scrivere o sfogliare del materiale preparato. Anche a me hanno chiesto se ero disposta a viaggiare, anche se l’avevo già scritto nel curriculum. Il colloquio è servito a far capire meglio chi sono e perché volevo lavorare per quell’azienda. Alla fine la telefonata è durata 15 minuti, e dopo 30 minuti ho ricevuto l’email per fissare il colloquio a Milano. Questo era il primo colloquio che ho fatto e alla fine è andato bene.

Durante il colloquio a Milano il capo del dipartimento mi specificò che il ruolo per il quale avevo applicato era una figura d’ufficio e che richiedeva lo svolgimento di compiti prettamente d’ufficio, come per esempio spedire pacchi. Io risposi che per me andava bene, perché è importante fare gavetta e crescere, ed è bene farla nel settore in cui si vuole lavorare.

Durante il colloquio vogliono capire quanto sei informato e quanto sei disposto a mettersi in gioco. È chiaro che chi ti assume deve scommettere ed investire su di te, e poi quando sarai pronto sarai tu a ripagarlo.

Come mai hai scelto il Missione CRA e non un master in ricerca clinica?

Linda: A monte del corso non ho mai considerato di seguire un master. Dopo il corso ho pensato di seguirlo nel caso in cui dopo qualche mese non fossi riuscita a trovare lavoro.

Ho scoperto il Missione CRA mentre cercavo lavoro. Prima mi sono informata sul sito, poi ho seguito i vari videocorsi e mi sono iscritta due giorni prima dell’inizio.

Durante il secondo colloquio ti hanno fatto domande tecniche?

Sandrino: Si, mi hanno chiesto se conoscevo le GCP e se avevo mai visto dei Source Documents, e infine se conoscevo il processo di uno studio clinico dall’inizio alla fine.

Se vuoi avere maggiori informazioni sul corso Missione CRA segui il videocorso gratuito sulla nostra piattaforma FormazioneNelFarmaceutico.com!

Qui potrai trovare anche altri videocorsi gratuiti sul ruolo del CRA, sui ruoli da entry level nel mondo della ricerca clinica, su come affrontare il colloquio di selezione in una CRO e molti altri corsi che potranno esserti utili per ampliare le tue conoscenze in questo settore.

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