La mia esperienza nella ricerca clinica

Dopo la laurea
Una volta terminata la laurea in biologia avevo già le idee chiare, volevo lavorare in ricerca clinica; passione trasmessa da una mia cugina, CRA presso una CRO medio-grande.
Qualche mese dalla laurea magistrale, però, ho avuto un’offerta da una grossa azienda farmaceutica che cercava un Analista del controllo qualità. Felice dell’occasione, ma con il mio obiettivo ben chiaro in mente, accettai questa proposta ed iniziai a muove i primi passi all’interno del mondo farmaceutico. Questa esperienza, infatti, mi è stata molto utile come primo approccio con SOP, GMP e regolamentazioni in generale.
La mia seconda esperienza e “la goccia che ha fatto traboccare il vaso”
In seguito a questa esperienza da Analista QC, ho ricevuto un’altra offerta presso un’azienda farmaceutica ancora più grande. Questa esperienza, però, per motivi che esulano dal contesto, è finita dopo qualche mese. A questo punto decisi che era il momento giusto per giocarsi il tutto per tutto nella ricerca clinica.
Il piano generale
Decisi quindi di iscrivermi ad un master che mi desse sicuramente la possibilità di un tirocinio in ricerca clinica. Passai molto tempo davanti al PC a studiare pregi e difetti di tutti i master, fino a quando decisi di puntare su 2 tra quelli che reputavo migliori. Ero incerto su quanto potesse essere utile un master universitario “applicato all’azienda”, così decisi di continuare la mia formazione in ricerca clinica seguendo il Missione CRA Summer Camp (essendo io salentino).
La deviazione presa in corso d’opera
Una sera di inizio gennaio trovai, quasi per caso un’offerta lavorativa pubblicata da Stefano Lagravinese, stimato operatore della ricerca clinica e, per me, guru del settore. Era la mia occasione per entrare nel mondo lavorativo che avevo sempre bramato.
La figura ricercata da Stefano era “Platform and Social Media Manager”, ovvero una figura che si occupa principalmente, se non esclusivamente, di formazione e gestione delle risorse on-line; una figura che quindi non ha nulla a che fare con la ricerca clinica vera e propria; ciononostante ho deciso di buttarmi a capofitto… “tanto, chissà… sarà un modo per fare esperienza ed ampliare il mio network”.
La candidatura consisteva nella realizzazione di un video di 10 minuti nel quale si doveva trattare di un argomento inerente alla ricerca clinica. Stilai quindi una tabella di marcia mentale: il giorno successivo, a mente fresca avrei abbozzato slide e discorso e quello dopo ancora avrei creato il video ed inviato la mia candidatura. L’argomento che avrei dovuto portare, però, non poteva essere in ricerca clinica; non avevo nessuna conoscenza e non potevo parlare di qualcosa che non conoscevo. Per questo motivo l’argomento da me scelto è stato quello della redazione di SOP (e, vabbè, anche per il fatto che Stefano durante un webinar si lasciò sfuggire che lui si stava occupando di redigerne diverse).
Fu tanta però, forse troppa, la voglia di provare ad entrare in questo mondo, che, alla fine, il giorno stesso abbozzai testo e slide, registrai il video ed inviai la mia candidatura a Stefano. Qualche giorno dopo fui quindi chiamato per sostenere il colloquio al quale poi seguì, con mia grande gioia, l’assunzione e il mio ingresso, anche se dall’ultima porta di servizio, nella ricerca clinica.
Il mondo della ricerca clinica
Una volta in azienda però, mi sono reso conto che la maggiore necessità aziendale era quella di lavorare su alcuni studi clinici e su sottomissioni etiche, più che la formazione e la gestione delle risorse. Quello che mi sono trovato a fare è stato quindi il lavoro di Clinical Project Associate. Insieme alla mia collega Office-based, Valeria Scoditti, e all’altra Home-based, Giorgia Latteri (senza le quali il lavoro sarebbe stato molto più complicato), abbiamo supportato Stefano in alcuni compiti da CRA Freelance: sottomissioni etiche, Trial Master File, Consensi Informati e contatti con i Comitati Etici. Per chi come me non ha mai avuto una formazione professionale in ricerca clinica è stato davvero difficile entrare nell’ottica e capire a pieno questo mondo: per questo l’aiuto delle mie due colleghe ed il supporto di Stefano è stato fondamentale.
Un’importantissima fonte di conoscenze professionali è arrivata poi a Luglio con il Summer Camp, corso di alta formazione in ricerca clinica, organizzato da Stefano. Questa fantastica esperienza è stata molto utile per incrementare le mie conoscenze (frammentarie) in Ricerca Clinica e per conoscere nuove persone, alcune delle quali, dopo il corso, sono già miei colleghi presso altre aziende.
Take home message
In definitiva questa è la mia esperienza in Ricerca Clinica. Il consiglio che mi sento di darti è di non fermarti mai, di prendere qualsiasi occasione interessante capiti a tiro, perchè, personalmente, sono convinto che tutto ciò che ho fatto sia stato propedeutico per quello che sto facendo e per quello che farò in futuro.
Luca Giordano